Un improvvisatore e il suo pianoforte, un libro di mille anni fa e le sue trame, da seguire e trasformare in musica.
Scritto attorno all’anno Mille da Murasaki Shikibu – dama di corte vissuta nel periodo Heian – il Genji Monogatari (La storia di Genji) è uno dei testi più importanti della letteratura giapponese e narra le vicissitudini, i turbamenti e gli amori di Genji, il Principe Splendente.
Cesare Picco disegna un percorso alternativo interno al libro, individuando sei macro-temi, da indagare e da trasformare in suoni mediante l’uso dell’improvvisazione totale: un percorso in sei appuntamenti, un laboratorio in cui il pubblico è chiamato a condividere l’atto creativo del musicista.
Il suono del pianoforte, il suo trasformarsi in elettronica, i campionamenti di suoni compiuti nel corso di viaggi in Giappone sono le trame sonore attraverso cui Cesare Picco racconta la vita di Genji.
Tutto il libro è un esercizio di contemplazione e il desiderio è trasformare tutto ciò in suono. Genji ci insegna a contemplare la bellezza in un essere umano come in una foglia. Bisogna prendersi del tempo, bisogna volerlo. Questi sei appuntamenti li immagino come il tempo necessario al ragno per costruire la sua magica tela, o per la foglia a toccare terra da quando si stacca dal ramo.
Cesare Picco